ONINI ATELIER

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THE FIRST COFFEE IN THE MORNING AND THE PANIC ATTACKS THAT I NO LONGER HAVE

Personalmente non sono mai stata una persona che dorme fino a tardi. Con gli anni che sono passati e le nostre vite riempite di lavori, figli, fidanzati e palestre varie la situazione è andata sempre più a degenerare. Una cosa per me è rimasta sempre la stessa. Il primo caffe che bevo è alle 6 am. La mia sveglia ormai è del tutto naturale. Bevo il mio primo caffe americano guardando fuori dalla finestra e ho bisogno di questo tempo di silenzio per me stessa. Lascio che ogni pensiero arrivi, lo valuto e lo lascio andare via. Mi passa davanti come per dire “ci sono anche io” e poi scappa.  

Quando parlo con le persone e mi chiedono come faccio a svegliarmi sempre cosi presto rispondo che è abitudine e no, non mi pesa, altrimenti rimarrei a letto e cercherei di riaddormentarmi. Ogni volta però che vedo negli occhi di qualcuno balenare questa domanda a me viene automaticamente da sorridere. Per me. Sorrido per me.

Ho sofferto di attacchi di panico per anni e sono stata in cura per altrettanti. 

Ho cercato in ogni maniera di dare una spiegazione a tutto ciò che succedeva attorno a me e ho speso ancora più tempo a cercare soluzioni. Sempre stata una persona pratica; a un problema si trova una soluzione. E per quanto facessi ricerche, ne parlassi con le persone, vedessi video su YouTube di persone che passavano le stesse cose, non riuscivo, come dicono gli inglesi a “wrap my head around it”. Sono partita nel turbine delle domande non risposte, dei perché che non esistono e ho fatto della mia “malattia” la padrona della mia vita. Cambiavo strada quando mi approcciavo in un punto dove sapevo che in passato avevo provato un disturbo, non frequentavo più determinati posti e nel momento più down di tutta questa cosa, mi sono rinchiusa in casa senza più uscire. Fare 100 metri di marciapiede per andare a comprare le sigarette era ormai un’impresa. 

Ci erano riusciti, gli attacchi di panico si erano impadroniti di me. Un turbine nero dal quale avevo perso la speranza di uscirne. Non guidavo, non vedevo persone, non mi godevo la vita e vivevo nel terrore di sapere che ne sarebbe arrivato un altro. 

In università, in un tomo che stavo studiando per l’esame di filosofia greca, lessi una frase che mi rimase impressa (diciamo che ormai ogni cosa che facevo e leggevo doveva per forza essere collegata a me, avevo perso tutto ma non la voglia di trovare una soluzione, avevo riconosciuto il mio problema e ora avevo bisogno della mia soluzione per tornare ad essere quella di prima). 

Secondo i greci, dunque, possiamo essere persone felici sono quando riusciamo a 

-       Conoscere I propri demoni;

-       Fare le cose nella giusta misura. 

Esistono delle cose che rimangono con te per anni, che ci ripensi e credi che siano cosí giuste da farle diventare base del tuo essere. Parte del tuo modo di vivere. 

Penso anche a questo la mattina, spesso, se non sempre mi tornano a mente queste frasi, che sia estate o che sia inverno, che veda già le prime luci o che sia ancora buio, quello che penso è domandarmi se stia facendo le cose nella giusta misura e, possibilmente, se ho individuato e conosco i miei demoni. 

Sono stata tanti anni in cura e lo sono ancora e per quanto riesca a eliminare certi demoni che cercavano di togliermi energie, quelli più anziani e di casa dentro di me ormai sono miei amici. La cosa che mi ha fatto sempre arrabbiare molto è che nessuno ne parla perché per l’immaginario collettivo tutto questo è visto come una debolezza. A mio parere è solo un metro di giudizio. Chi supera periodi cosí intensi, dopo qualsiasi cosa sarà, con buona probabilità, in discesa. A me piace pensare alle persone come me come se fossimo dei sopravvissuti. Ne parlo cosi, tranquillamente, che mi viene da sorridere se penso che per me quel caffe la mattina significa tutto. Ci sono state delle mattine in cui non riuscivo neanche ad alzarmi dal letto e dove una vita normale mi sembrava lontanissima. Ma adesso ci risono e sono certa che non tutte le cose negative nella vita entrano in contatto con noi per ferirci, annientarci o ucciderci. Certe volte entriamo in contatto come una sorta di cartello STOP. Aggressive certe volte, però il consiglio che diamo oggi è quello di conoscere voi stessi e I vostri demoni e fare le cose nella giusta misura. La vita delle volte ci ha messo a dura prova ma quando hanno inventato il modo di dire “non tutti i mali vengono per nuocere” forse qualcuno stava parlando della mia stessa sensazione ripensando adesso ai miei attacchi di panico – non più esistenti, ma sono certa latenti. Chi ne soffre una volta, sa benissimo che queste cose abitano dentro di loro. 

Cercate di mantenere un approccio positivo, anche quando è impossibile. Visualizzate queste cose come nuvole che prima o poi passeranno. E come diceva una persona che mi ha accompagnato per un bel pezzo della mia vita, cercando in tutte le maniere di intossicarla e distruggerla (altro esempio di demone da conoscere e possibilmente annientarlo), meditate gente, meditate. 

Perchè niente è più bello di avere le idee chiare e combattere per le proprie cose e togliere tutto ciò che di vile cerca di approfittarsi di voi. Sono l’esempio vivente di come i miei attacchi di panico (anche se non ci sono spiegazioni reali) siano venuti fuori durante la mia relazione con una persona tossica e siano finiti quando ho deciso di chiudere questa stessa relazione. Coincidenze? 

Dalle persone, alle malattie, ai lavori e certe volte, anche i vostri pensieri che si trasformano in un labirinto dal quale pensate di non uscirci, ci uscirete. Lo farete, anche se adesso pensate che sia impossibile. Perché anche i nostri pensieri, sono solo pensieri e come tali anche loro vanno presi, creati e supportati nella giusta misura, nella giusta misura.

L’unica persona che può conbattere per voi, siete voi stessi.